Le Mie Marche

Il Carnevale di Fano: 7 cose da sapere

Festeggiato per la prima volta nel lontano 1300, il Carnevale di Fano, è divenuto nel corso dei secoli un appuntamento, ma anche un marchio distintivo di questa città.

Oggi voglio raccontarvi giusto qualche curiosità e un paio di dritte, così che quel clima goliardico non vi colga impreparati.

1- Tanto per cominciare il carnevale di Fano è una festa lunga un mese. Solitamente i festeggiamenti si ripetono ogni domenica, perciò, avete più di una chance per partecipare.

2- I carri sono delle vere e proprie opere d’arte. Alti decine e decine di metri, deridono usi e costumi del momento. I maestri carristi impiegano mesi interi nella preparazione, e la sfilata si compone di tre giri: il primo è di presentazione, il secondo è il “getto”, e il terzo è la luminaria.

3- La sfilata è aperta dal Pupo, che rappresenta la caricatura del personaggio del momento. Il Pupo è anche detto “el vulon”, espressione che richiama il dominio francese in città.

4-  Il getto è probabilmente il momento più atteso della sfilata. Si tratta del secondo giro, e da questo momento in poi, dai carri vengono lanciati quintali e quintali di cioccolatini!! Non potete immaginare quanti! Camminare dietro i carri per cercare di raccoglierne il più possibile è troppo divertente! Scene strambe non mancheranno ma il divertimento è assicurato. (Se andate, ricordatevi che è un gioco, mi raccomando!).

5- Il cono. Ma dove vai…se il cono non ce l’hai? Fino a poco tempo fa la gente inventava qualsiasi tipo di tattica per cercare di raccogliere più dolci possibili, tra cui ombrelli, che iniziavano ad essere pericolosi. Così, i fanesi si sono inventati questo cono in cartone che potete comprare all’ingresso. I più ingegnosi addirittura hanno azzardato manici di scopa attaccati ai coni per arrivare più in alto.

6- La luminaria: è il terzo giro della sfilata. Quello probabilmente più suggestivo, in cui i carri accendono le luci e sfilano al calar della sera che lentamente avvolge la città.

7- La musica arabita. È quella che sentirete suonare dall’ultimo carro. Era la musica del popolo, fatta con strumenti di fortuna quali pentole e barattoli. Nel corso del tempo ne nacque un complesso folcloristico che portò questo genere di musica in moltissime piazze. Il carro è un tripudio di allegria.


Detto ciò, direi che siete pronti ad affrontare la goliardia di questo carnevale marchigiano!

 

 

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