Umbria

La Scarzuola

Se dall’alto vedo tutto e voi dovete muovervi significa che il mio futuro è prima di voi, quindi, io condiziono il vostro futuro.

Quando noi nasciamo non abbiamo ritmo, i bambini corrono sempre ovunque, e gli adulti che fanno? Li bloccano. Gli tolgono ritmo, e gli stabiliscono un copione.

Quando entrate qui dentro, entrate con l’emisfero sinistro, che oggi è governato dalla robotica. Oggi se non tiri fuori l’emisfero destro sei fottuto. Ecco “follia” e “fame” di Steve Jobs. Ma ce la fate a tirare fuori la follia?

Fuori dallo spazio-tempo voi trovate voi stessi però bisogna entrare in una dimensione in cui non c’è spazio-tempo e qui, nella Scarzuola, la dimensione temporale non c’è.

Questi sono solo alcuni degli input che vi verranno dati se visiterete la Scarzuola.
Raccontare questo luogo è affare assai difficile. Guidati dall’eclettico Marco Solari, nipote di Tomaso Buzzi, capirete che quello cha avete davanti ha dell’assurdo. “Un bel casino”, come ripete più volte lo stesso Marco. Mi limiterò quindi a darvi qualche informazione, ma soprattutto, qualche dritta!

Tanto per cominciare, la Scarzuola si trova nella località di Montegiove, nel cuore delle colline umbre.
Non fatevi intimorire dalla strada brecciata che conduce alla struttura e che sembra portare da nessuna parte.
Percorsi un paio di chilometri, vi troverete proprio difronte l’ingresso.


Le origini di questo luogo sono antichissime. Fu proprio San Francesco, infatti, che per primo costruì qui il suo rifugio. Una capanna fatta con una pianta lacustre: la scarza. Da qui l’etimologia del nome.

Negli anni 50, l’architetto Tomaso Buzzi lascia i salotti milanesi e si ritira in questo luogo per realizzare il suo sogno: costruire una città ideale.

La città Buzziana si compone di sette teatri, ognuno con il proprio palcoscenico e significato, come la vita: in cui siamo chiamati a recitare di volta in volta una parte, a seconda delle circostanze e del momento.

Il palcoscenico principale non è altro che una grande nave. Un galeone che divide in due un’ostrica.

Dall’ostrica tirate fuori una perla, che non è altro che la disfunzione dell’ostrica, e quindi follia. Non tutte le ostriche hanno la perla.
E infatti vengo capito solo da chi ha la perla.

Sulla prua della nave si erge l’acropoli con un insieme di edifici che richiamano le espressioni futuriste. Lo stesso slancio che in fondo ritroviamo nelle città di Walt Disney.

La città ideale è in questo caso un compensato di città: carceri, palazzi nobiliari, piazze, acropoli, Colosseo, Arco di Trionfo ecc..

Dove ci sono le carceri, c’è il palazzo dei vizi. Bisogna entrare lì dentro e conoscerli tutti. Una volta fatto questo, allora potete entrare dentro i palazzi delle virtù. Oggi bisognerebbe equilibrare vizi e virtù, ma se fate questo, non vivrete più in una situazione statica e allora la musica sarà senza conclusione. Ormai siamo in una musica che non si può concludere. È un mondo in divenire e non c’è più conclusione. È un bel casino!

Non è un caso che la città sia costruita in tufo. È una città in continua costruzione e distruzione. Con quello che si distrugge da una parte, si ricostruire da un’altra.  Buzzi costruiva e distruggeva. Diceva che solo così avrebbe vissuto il presente.

La prua della nave è una donna: simbolo di fantasia e fertilità.
La bocca di una balena, un cipresso folgorato, scalinate, il teatro sull’acqua, le api, sono solo alcuni dei successivi scorci e simboli che vi si presenteranno davanti agli occhi in questo viaggio a dir poco surreale.

 

La visita dura quasi due ore, dopo le quali, vi assicuro, uscirete con molte più domande di quelle con cui siete entrati, e forse, con una lezione.

Bisogna sprogrammarsi. Gli altri inizieranno a dire che siete matti.
Bisogna prima di tutto credere in qualcosa e crederci fino in fondo, metterselo in testa con tutte le forze.
Non disperdere sempre le forze per gli altri, perché quando dovrete usarle per voi, non le avrete, siete stanchi.
Quando avrete osato, vi verrà dato tutto.

Le visite guidate sono prenotabili, o tramite email o tramite telefono (trovate i riferimenti nel sito internet), ma non contate su una risposta.
Da come ho potuto capire, una prima visita si svolge tendenzialmente verso le 10 di mattina e una seconda alle 15 del pomeriggio. Vi basterà presentarvi all’ingresso per quell’ora e vi faranno aggregare al primo gruppo in partenza. Sono super puntuali! Non fateli arrabbiare!
Il carattere particolare che contraddistingue “Nessuno” (così risponderà Marco Solari a chi domanda quale sia il suo nome) è ormai noto nel web, ma è un invito anche quello ad aprire la nostra mente.

Parliamo di altrettante cose serie. In ogni post che si rispetti non manca un accenno al cibo, e allora come non raccontarvi di quel piccolissimo wine bar nascosto nel borgo di Montegiove?
Pensate, nel borgo antico vivono solamente tre famiglie! Così mi dicono le due signore che da dietro al bancone sono intente a preparare le lasagne. Salumi, formaggi e verdure grigliate sono “solo” un contorno di quei pranzi che non si lasciano dimenticare.

 

Il viaggio è comune a tutti ma come lo realizzate è diverso…

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