
Museo Tattile Omero: l’arte (in)visibile
Vi capita mai di avere voglia di andare al museo?
A me ogni tanto sì, e mi viene un pizzico di nostalgia per quei periodi in cui ho vissuto in città in cui i musei erano nascosti in ogni angolo, e potevi trovarne di impensabili.
In quei momenti provo anche un pizzico di invidia nei confronti di chi ha questa possibilità. In un attimo la mente inizia a fantasticare e allora finisco per passeggiare di fronte a enormi quadri d’arte moderna in uno di quei grandi musei di New York con un bicchiere di vino in mano.
Poi ecco, capisco che sto esagerando, e torno in me.
In realtà anche qui, nelle Marche, ne abbiamo moltissimi di musei, e anche molto belli, ma non sono poi tutti dietro l’angolo. Così, un giorno, presa da questa voglia, ne ho cercato uno che non fosse troppo distante da casa…
E mi è capitato il Museo Tattile Statale Omero, uno dei più famosi a livello nazionale in cui, però, non ero mai stata. Di cosa si tratta?
Il Museo nasce da un’idea Aldo Grassini e di sua moglie Daniela Bottegoni, e viene ufficialmente inaugurato nel 1993.
Come il nome stesso lascia intuire, scopo del Museo Tattile Omero, è quello di portare l’attenzione sul tatto, elemento spesso escluso in gran parte dei musei del mondo.
L’idea è quella di colmare quel vuoto che i non vedenti hanno quando entrano in un museo.
Il museo è un mondo in cui bellezza, fragilità e delicatezza si fondono in un tutt’uno, creando però spesso e volentieri una barriera, anche per chi in realtà possiede il senso della vista.
Nell’estate del 2012, il museo viene trasferito all’interno della Mole Vanvitelliana di Ancona e, come ci racconta una graziosa ragazza all’ingresso, l’idea era quella di creare, all’interno di una cornice storica, uno spazio innovativo, in cui la percezione artistica passasse attraverso suggestioni plurisensoriali extra visive.
Prima di entrare, infatti, vi consegnano una benda per gli occhi, vi insegnano in poche e semplici parole come muovervi all’interno del museo, come guidare il proprio compagno di viaggio, come lasciarsi guidare, e come sviluppare la fiducia.
Ti senti quasi in colpa quando ti trovi a tu per tu con le opere d’arte, quando sei costretto a toccarle per capire di cosa si tratta. Ti dicono di non avere timore, ma vi assicuro che, all’inizio, non è per niente facile. È assai insolita l’idea di toccare opere che solitamente vedi appese nei musei, con tanto di cordoncino intorno e allarmi per non far avvicinare i troppo curiosi.
Visitare il Museo Omero è una di quelle cose da fare se capitate in Ancona perché si tratta di un’esperienza veramente fuori dal comune.
Vivrete l’arte sotto una nuova luce, ma soprattutto, avrete modo di entrare in un mondo diverso, che non vi appartiene, e che spesso consideriamo distante…invisibile.
Per visitare il Museo Tattile Omero vi basterà raggiungere la Mole Vanvitelliana.
Banchina Giovanni da Chio 28, 60121 – Ancona.
È solitamente aperto dal martedì alla domenica ma vi consiglio sempre di controllare gli orari nel sito del museo.
Il museo è ad ingresso gratuito e, ovviamente, è completamente accessibile!


2 commenti
Katja
Pensa che il Museo Tattile è stato tra le prime cose che sono andata a vedere nel mio primo viaggio nelle Marche: non sapevo della sua esistenza fino a quando non ho letto un articolo per caso, dove se ne parlava! E incuriosita, ci sono andata di corsa. Devo dire che anche la location è fantastica: ma ne vogliamo parlare della Mole Vanvitelliana?
Martina
Ciao Katja! Vero, anche la location è molto bella e suggestiva.
É sicuramente una tappa che consiglierei! =)