Oltre la finestra…
Che sia stata la malinconia della domenica o forse la nebbia o la pioggia sottile di Marzo non lo so.
Fatto sta che ieri mi sono fermata davanti la finestra di una vecchia casa. In una via che avrò percorso centinaia di volte in vita mia, ma che ieri, improvvisamente, era nuova ai miei occhi.
La bellezza di quella vecchia finestra aveva un fascino del tutto suo. E subito mi è tornata alla mente una delle prime poesie in russo che imparai a scuola per capire la differenza di pronuncia tra O ed A.
È una poesia di Marina Cvetaeva, una delle più spiccate esponenti del simbolismo russo.
Con lei infatti possiamo fare un viaggio nella Russia della rivoluzione. E nonostante il periodo in cui visse, era una donna in grado di innamorarsi di tutto. Viveva in una realtà tutta sua e riusciva a cogliere l’anima di ciò che vedeva per poi tradurla in parola. “L’irraggiungibile non è mai alto” scrisse in una lettera indirizzata ad un Rilke già morto.
A voi la poesia…e a voi l’interpretazione
Una metà della finestra s’è spalancata.
Una metà dell’anima s’è mostrata.
Su, apriamo anche l’altra metà,
anche l’altra metà della finestra!
Marina Cvetaeva